Un uccello su un ramo in una foresta fiorita, esempio di biodiversità

Tiny forest e biodiversità, un binomio al centro del Progetto Boschi E.ON

Biodiversità vuol dire varietà di organismi viventi nei loro ecosistemi. Ma è anche un concetto più ampio, che comprende tutta la rete di relazioni e di equilibri tra piante, animali, microorganismi. Perdere anche solo qualche pezzo di questa rete ha effetti negativi sulla ricchezza di vita, sul clima, sulla sicurezza del territorio, quella alimentare, sull’economia.

Come difenderla, allora, e possibilmente incrementarla? Con progetti di riforestazione, ad esempio. I boschi e le aree verdi sono habitat complessi e affascinanti: ripristinarli o rinforzarli significa favorire lo sviluppo della vita e la salute di un intero territorio.

In particolare, tra i diversi modi di riforestare si sta diffondendo la pratica delle Tiny Forest, le miniforeste urbane, piccole oasi in cui la densità di alberi, arbusti e piante favorisce un rapido accrescimento della biodiversità. I vantaggi si estendono oltre la ricchezza di vita e includono la lotta al cambiamento climatico e un miglioramento complessivo delle condizioni ambientali, grazie a un suolo più resiliente e al maggiore ombreggiamento. Le Tiny Forest sono soluzioni concrete, in grado di coinvolgere le comunità locali e di quartiere. Inoltre, rappresentano un modello di intervento replicabile e, quindi, ancora più efficace.

Con il Progetto Boschi E.ON sosteniamo da anni iniziative di riforestazione in parchi naturali, riserve ma anche zone urbane e periurbane, perché crediamo che il cambiamento debba cominciare intorno a noi. Infatti, anche l’urbanizzazione e lo sfruttamento delle aree che ci circondano, ai fini agricoli, produttivi o abitativi, possono avere un grande impatto sulla qualità dell’aria, sulla salute degli ecosistemi e, di conseguenza, sulla qualità della vita di tutti. Riforestare, quindi, partendo dalle zone più vicine e familiari significa offrire una risposta concreta, operativa, ai bisogni di crescita armonica di una comunità e, più in generale, di un territorio.

Tiny Forest: piccoli boschi dal grande impatto

Le Tiny Forest sono piccoli boschi caratterizzati dalla grande densità di alberi e arbusti; non a caso si parla di piantagione fitta. Sono realizzati con semi e piante di provenienza locale, per assecondare le caratteristiche degli habitat che li ospitano e garantire un rapido accrescimento. La tecnica è stata ideata e sviluppata negli anni ’70 da Akira Miyawaki, botanico giapponese che si specializzò nello studio e nel ripristino di vegetazione in zone degradate.

La grande intuizione di Miyawaki fu comprendere l’importanza della flora locale per il ripristino di condizioni più vantaggiose per la biodiversità e la resilienza del territorio. Infatti, iniziative di riforestazione con specie “aliene” portavano e portano ancora a risultati modesti, a volte deleteri rispetto agli obiettivi iniziali. Inoltre, il botanico capì che la competizione intraspecifica, tra piante della stessa specie, costituiva una spinta all’accrescimento e al rapido ripristino di una situazione ottimale. Di qui la necessità di aumentare la densità delle piante in uno spazio piuttosto circoscritto: in genere, le dimensioni di una Tiny Forest vanno dai 100 ai 300 metri quadri con, in media, 3 piante per metro quadro. Inoltre, proprio perché è necessario sostenere un alto numero di arbusti, il terreno delle miniereste va opportunamente preparato, arricchendolo con sostanze organiche e minerali che ne migliorino la struttura e la fertilità.

Quali sono i vantaggi delle piccole foreste urbane?

Favoriscono la biodiversità

Viene recuperata la flora originaria, messa a rischio dall’urbanizzazione, e si vengono così a ricreare condizioni ideali per il ripristino di habitat favorevoli alla piccola fauna selvatica. Si pensi a insetti, uccelli, mammiferi, anfibi, pesci, invertebrati del suolo. Con un’adeguata progettazione possono diventare importanti corridoi ecologici urbani, come dei ponti che uniscono tanti habitat, favorendo gli spostamenti della fauna. Infine, ecosistemi in salute rappresentano barriere ecologiche naturali contro specie invasive, dannose per il territorio.

Rinforzano il suolo

Un suolo ricco di invertebrati e sostanze microbiotiche è più fertile, perché offre più nutrienti e, allo stesso tempo, più difese contro i batteri. Inoltre, le radici garantiscono una maggiore tenuta del terreno in caso di forti piogge, prevenendo allagamenti e smottamenti. Un suolo sano è in grado di assorbire anche gli eccessi di acqua piovana ed è la migliore assicurazione contro i dissesti idrogeologici.

Migliorano la qualità dell’aria

È noto il ruolo degli alberi nel catturare la CO2 e nel liberare ossigeno. Nella lotta al cambiamento climatico e alle emissioni di gas serra ogni contributo piccolo o grande, purché concreto, può essere decisivo! Ma i miglioramenti della qualità dell’aria sono anche più immediati, grazie all’azione di contenimento delle polveri sottili prodotte dai combustibili fossili ancora utilizzati per i trasporti, i riscaldamenti residenziali, i processi produttivi. Notevole è anche l’azione di riduzione degli effetti delle isole di calore dei centri urbani, con cemento, asfalto, materiali che smaltiscono con difficoltà la radiazione solare.

Rinforzano i legami sociali

Spesso le Tiny Forest sono progetti che coinvolgono le comunità più legate al territorio, come gruppi di quartiere, associazioni, scuole, amministrazioni, aziende. Iniziative condivise per il verde creano senso di appartenenza e favoriscono l’educazione ambientale, non solo delle nuove generazioni! Una miniforesta può anche diventare un punto di aggregazione sociale e un modo per riqualificare una zona abbandonata o degradata. Infine, le reti sociali che si creano in questo modo possono attivarsi oltre la singola iniziativa, impegnandosi anche in altri progetti sociali o culturali.

Parco Increa, ancora Biodiversity Lab® per E.ON

Come E.ON da qualche mese stiamo sostenendo un altro progetto di Rete Clima dedicato ai boschi e alla biodiversità. Si tratta di un nuovo Biodiversity Lab®, dopo quello presso il bosco di Giussano  (MB), una iniziativa che ha consentito di creare un vero centro di educazione ambientale, con strutture specifiche e la piantagione di 200 giovani alberi nella Bioforest, la miniforesta urbana che è andata ad arricchire il bosco originario.

Questa volta, invece, ci troviamo in un bosco adulto nell’area di Parco Increa, nella zona di Brugherio in provincia di Monza e Brianza. Ma cos’è esattamente un Biodiversity Lab®? È letteralmente un laboratorio di biodiversità, un percorso per apprezzare la ricchezza degli ecosistemi attraverso ambienti caratteristici, installazioni naturali e attività. Il Parco Increa è un grande spazio verde pubblico, una classica area periurbana, zona di contatto tra mondo urbano e rurale. La principale attrazione è il grande lago artificiale, circondato da tigli, platani e con la panchina in plastica riciclata più lunga d’Italia.

Diverse sono le azioni intraprese a tutela della biodiversità

  • La cura del cariceto, l’area umida ripariale che circonda i bacini lacustri e che ha un grande valore paesaggistico e biologico. Infatti, depura le acque, trattenendo i sedimenti e arricchendole di ossigeno, Inoltre, è una vera e propria nursery per molti animali: pesci, invertebrati, uccelli, insetti.
  • La creazione di una miniforesta ripariale: si tratta di un’area densamente piantumata, secondo i metodi delle Tiny Forest, con oltre 500 piante. Le principali funzioni sono quelle di offrire una zona adatta alla nidificazione, al sostentamento della maggior parte delle specie animali e allo svernamento degli insetti.
  • L’installazione di biostuoie galleggianti, realizzate con materiali vegetali e con lo scopo di fornire supporto alla crescita delle piante, in particolare le specie palustri e ripariali. Anche queste installazioni potranno diventare zone di nidificazione e, più in generale, nuovi habitat.
  • L’installazione di Bug Hotel e Flower Strip: i primi sono strutture in legno destinate principalmente agli insetti, sia come rifugio che come luogo per la schiusa delle uova; le seconde sono strisce di terra con fiori selvatici, fasce fiorite, che possono essere sistemate ovunque ci sia bisogno di attirare insetti e ristabilire così un importante ciclo vitale.

Il Progetto Boschi E.ON è sempre più grande

Il nostro Progetto Boschi E.ON fa parte del nostro impegno per la sostenibilità. È un progetto attivo dal 2011 e non ha nessuna intenzione di fermarsi, come testimonia il nuovo laboratorio di biodiversità di Parco Increa! Ad oggi sono stati piantati 135.000 alberi e realizzati 61 boschi, fino a 119 ettari. E dall’alto apparirebbe come una lunga autostrada verde!

Grazie ai nostri progetti di riforestazione, per i quali sono state utilizzate più di 40 specie arboree, in tutti questi anni sono state assorbite circa 85.000 tonnellate di CO2. Difesa della biodiversità e lotta al cambiamento climatico passano attraverso un impegno concreto per i boschi, le aree verdi e tutte quelle zone in cui natura e attività umane possono incontrarsi, arricchendosi a vicenda!

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