Alcuni modelli abitativi stanno cambiando, cercando un equilibrio virtuoso tra le possibilità economiche di determinate fasce di popolazione e le nuove esigenze urbanistiche. Il social housing, detto anche edilizia residenziale sociale o edilizia abitativa sociale, è uno di questi modelli, che si ispira al concetto di sostenibilità etico-sociale e ambientale.
Due sono i principali fattori che rendono questa soluzione interessante e da tenere in considerazione: il prezzo al metro quadro e i cambiamenti della struttura familiare. Il primo, su base nazionale, per quanto riguarda le compravendite è cresciuto di quasi il 10% negli ultimi 5 anni, mentre per le locazioni è aumentato addirittura del 50%! A conferma delle grandi difficoltà del mercato degli affitti. I secondi, invece, cioè i cambiamenti nelle famiglie, continuano a registrare la diminuzione di famiglie numerose e la crescita di quelle piccole o addirittura unipersonali. Queste ultime erano il 20,5% nel 1991, il 31,2% nel 2011 e il 37,4% nel 2022, conquistando il primo posto ma ridefinendo anche la propria forza economica. Infatti, con una sola entrata come si può far fronte a prezzi sempre più alti nel settore immobiliare?
Il social housing, quindi, è più di un semplice modello abitativo; è una proposta a 360 gradi che integra i bisogni di lavoratori giovani o ancora precari, famiglie e anziani con un progetto di comunità, inclusione sociale e, spesso, innovazione tecnologica. L’obiettivo è offrire abitazioni di qualità, anche dal punto di vista energetico, a prezzi accessibili, grazie agli affitti calmierati.
Per sua natura, l’edilizia residenziale sociale rappresenta, allora, un’interessante opportunità sia per le famiglie che per le figure professionali legate alla progettazione o gestione delle abitazioni, come architetti e amministratori di condominio. Inoltre, proprio il social housing può essere uno dei migliori ambiti per apprezzare scelte energetiche all’avanguardia, che coniugano qualità della vita e responsabilità ambientale. Le soluzioni per rendere più efficiente qualsiasi edificio non mancano: dalle pompe di calore alle caldaie a condensazione, dal fotovoltaico che assicura risparmio e indipendenza alle stazioni di ricarica per i veicoli elettrici.
Cos’è il social housing?
Il social housing è una soluzione immobiliare inclusiva e innovativa: garantisce abitazioni in condominio a prezzi contenuti – sia per la locazione che la compravendita - e fornite spesso di tecnologia all’avanguardia, dal punto di vista del dell’efficienza energetica e del risparmio. Si può anche dire che rappresenti una risposta intelligente e più green alla sfida dell’accesso all’abitazione, per molti diventata impegnativa.
Grazie a una formula che coinvolge pubblico e privato, dalle amministrazioni comunali e regionali alle fondazioni bancarie, dalla Cassa Depositi e Prestiti alle cooperative, i cittadini con reddito basso e medio-basso possono usufruire di canoni d’affitto calmierati, inferiori di circa il 30-40% rispetto a quelli di mercato. Poiché la formula può prevedere l’acquisto dell’immobile, anche in questo caso il prezzo finale della compravendita è più leggero di circa un terzo rispetto a quello definito dal valore di mercato.
In sintesi, aderendo al social housing si possono sottoscrivere principalmente tre tipologie di contratto.
- Locazione: di 4 anni rinnovabili, il classico 4 + 4, con canone calmierato.
- Rent to buy: che unisce locazione e preliminare di vendita; in pratica, una parte della cifra pagata è costituita dal canone d’affitto, l’altra dall’anticipo sulla futura vendita: al termine del periodo d’affitto, l’inquilino paga la differenza tra prezzo dell’immobile concordato e anticipi versati mese dopo mese, divenendo così proprietario
- Acquisto: con canoni convenzionati.
Ma non è solo l’aspetto economico a essere importante quando si parla di questo modello abitativo. A emergere sono anche:
- l’opportunità di applicare tecnologia all’avanguardia, al fine di rendere il più sostenibile possibile il complesso di edifici.
- il coinvolgimento dei futuri abitanti in quella che viene definita co-progettazione partecipata.
L’obiettivo è quello di creare una vera e propria comunità solidale, che attraverso la condivisione di servizi e spazi comuni promuova un nuovo modo di abitare le città, più inclusivo, più efficiente e rispettoso dell’ambiente.
A chi si rivolge il social housing?
Immagina il social housing come un intervento immobiliare a favore di quella che, di volta in volta, è stata definita “zona grigia” o “terra di mezzo” economica e sociale. In altre parole, tutti quei cittadini che non possono permettersi un’abitazione a prezzi di mercato (in affitto o per l’acquisto), ma nemmeno rientrano nelle fasce di reddito più basse, quelle che possono accedere all’edilizia popolare, sostenuta dai fondi statali.
Parliamo, quindi, di redditi compresi tra i 15.000 e i 30.000 Euro. Una fascia in crescita che comprende ormai il 44% circa dei contribuenti; soprattutto giovani famiglie, lavoratori con contratti a tempo determinato e pensionati. Tra i requisiti, oltre alla valutazione del reddito, vengono considerati anche:
- la cittadinanza italiana o di altro Stato, purché con permesso di soggiorno.
- la residenza.
- lo svolgimento di attività lavorativa.
- la non titolarità di diritti di proprietà abitativa.
Tutti i vantaggi della sostenibilità abitativa
I vantaggi dell’edilizia sociale sono molteplici, tra loro collegati a formare un unico grande modello che unisce risparmio, equità sociale, innovazione tecnologica e maggiore sostenibilità ambientale.
Vivere meglio spendendo di meno
I benefici economici sono immediati, grazie ad affitti e prezzi di compravendita più bassi rispetto al mercato. Ma ci sono effetti meno immediati e non per questo secondari; infatti, quello che si risparmia può andare a rinforzare il budget familiare per salute, istruzione e viaggi.
Un ambiente più resistente
I progetti di social housing sono legati a edilizia sostenibile e, spesso, a bio-architettura. Pannelli solari e fotovoltaici, impianti per il recupero delle acque piovane, metodi per l’isolamento termico sono tutte soluzioni che riducono l’impatto ambientale. Inoltre, un ruolo centrale lo hanno i giardini, i parchi condominiali, gli orti e le aree verdi condivise: valorizzare e rinforzare questi spazi significa rendere più verde e più resistente il tessuto urbano.
Una comunità più forte
La qualità della vita degli abitanti migliora, perché la condivisione di spazi, servizi e obiettivi rinforza lo spirito di collaborazione, lo scambio di esperienze, la solidarietà e l’inclusione. Senza contare che la sicurezza abitativa e la gratificazione per vivere in un ambiente di valore aumentano il benessere psicologico ed emotivo.
Una città a misura d’uomo e di futuro
Gli edifici destinati al social housing sono quasi sempre già esistenti, in aree periferiche o degradate. L’edilizia sociale diventa, così, uno straordinario strumento di riqualificazione e rigenerazione urbana. Recuperare gli spazi dismessi vuol dire rivitalizzare l’economia di ampie zone ed evitare il consumo di ulteriore suolo causato dalla costruzione di nuovi complessi immobiliari.
Progetti di social housing in Italia
In Italia da molti anni, per la precisione più di 20, sono attivi progetti di social housing. La maggior parte si trova in Lombardia e Toscana, circa il 29% nella prima e il 20% nella seconda; tuttavia, segnali di crescita arrivano anche dalle altre regioni, soprattutto del Centro-Nord. Per tutte le conseguenze (creazione di comunità inclusive, sostenibilità ambientale, capacità di far fronte alla crisi abitativa) l’edilizia sociale sarà una delle forme che prenderanno la casa del futuro e, in molti casi, i quartieri e le città del futuro.
Possiamo già vedere ed evidenziare alcune realtà nel nostro Paese.
- Cenni di Cambiamento, a Milano, un complesso residenziale interamente realizzato in legno e di classe energetica A. È il più grande nel suo genere in Europa e unisce soluzioni all’avanguardia, come isolamento termo-acustico, resistenza al fuoco, protezione antisismica, con una gestione collaborativa, che va dalla cura degli spazi verdi alla condivisione di progetti e all’organizzazione di attività culturali.
- MilanoSesto, un progetto di rigenerazione urbana in costante evoluzione, che ha fortemente puntato sul verde, con oltre 45 ettari di parco e 10 km di piste ciclabili e pedonali. Più in generale, l’idea non è solo fornire abitazioni a costi sostenibili ma anche integrarle in uno spazio sempre più autosufficiente, che offre uffici e negozi.
- Casa Universaal, a Forlì, invece è il tipico esempio di rigenerazione urbana, essendo un progetto sorto all’interno di un immobile in disuso. Si tratta di 53 appartamenti, bilocali e trilocali, tutti in classe A all’interno di una struttura dotata di pannelli fotovoltaici e sistema di raffrescamento all’avanguardia.
Di progetti analoghi ce ne sono decine, in tutta Italia, e alcuni addirittura stanno già superando i confini del classico social housing, per diversificarsi, specializzarsi e indirizzarsi a specifici target. Ad esempio, a Roma, con Spazio Blu, e Firenze, con Villaggio Novoli, l’housing si rivolge agli over 65, una fascia anagrafica in cui le difficoltà economiche sono spesso affiancate da problemi sociali, come l’isolamento.
Vivere la casa del futuro vuol dire tenere in considerazione tutti gli aspetti decisivi della sfida abitativa: economici, ambientali, sociali e tecnologici. Scopri, allora, come il fotovoltaico può essere la migliore soluzione per gli edifici più sostenibili e perché i nuovi modelli energetici, come le Comunità Energetiche Rinnovabili, si integrano perfettamente con gli esempi abitativi più innovativi, equi e responsabili.
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