Riscaldamento centralizzato o autonomo? Ecco una delle prime domande che si pongono molti quando cercano casa o devono ristrutturare. Non esiste una risposta giusta per tutti: dipende dalle tue abitudini, dal budget e dal tipo di abitazione. Esistono piuttosto tante risposte, ognuna delle quali può essere più o meno giusta, a seconda delle esigenze! Quello che conta è capire bene i pro e i contro di ogni soluzione per fare la scelta più conveniente per te.
In questa guida analizziamo tutto quello che occorre sapere: dai costi iniziali a quelli di gestione, dalla praticità alle prestazioni energetiche. Così potrai decidere con tranquillità quale sistema fa davvero al caso tuo, col massimo dell’efficienza energetica, il minimo impatto ambientale possibile e senza sorprese in bolletta. Senza dimenticare che per risparmiare sul riscaldamento della casa, oltre alle caratteristiche dell’impianto, esistono anche numerosi consigli e opportunità fiscali!
La differenza principale tra i due sistemi sta nella gestione. Il riscaldamento centralizzato usa una caldaia unica che serve tutto il condominio, o almeno più unità abitative in uno o più edifici, mentre quello autonomo prevede un impianto separato per ogni appartamento.
- Nel riscaldamento centralizzato, una caldaia comune distribuisce il calore a tutte le unità attraverso una rete di tubazioni. Tutte le decisioni su accensione, spegnimento e temperatura sono prese a livello condominiale. Anche se oggi quasi tutti gli impianti hanno valvole termostatiche, per regolare in autonomia la temperatura, e sistemi di contabilizzazione individuale, che permettono di pagare solo per quello che si consuma, al netto di una quota fissa prevista in tutti i condomìni. I costi, quindi, per la parte comune vengono ripartiti tra i condòmini, per la parte individuale dipendono dai consumi del singolo appartamento. La manutenzione è responsabilità del condominio, viene gestita dall’amministratore e suoi costi sono ripartiti.
- Il riscaldamento autonomo, invece, offre una libertà totale a chi ne usufruisce: ogni appartamento ha la propria caldaia – di solito murale, cioè, installata a parete e non a terra – e il proprietario decide quando accenderla, a che temperatura tenerla e per quante ore. Di conseguenza, è anche responsabile di tutti consumi, della manutenzione e dei relativi costi.
Dal punto di vista energetico, i sistemi centralizzati moderni tendono ad essere complessivamente più efficienti, mentre quelli autonomi permettono un maggiore controllo sui consumi individuali. La scelta dipende dalle proprie priorità e dai bisogni: libertà di gestione, con costi tendenzialmente maggiori, o efficienza condivisa, con più limitazioni nell’uso? Ad esempio, se ho una seconda casa che utilizzo solo per pochi mesi, forse potrebbe avere più senso scegliere un impianto autonomo, che rimarrebbe spento nei periodi in cui la casa è vuota. I costi maggiori dei periodi di utilizzo, rispetto a quelli di un impianto centralizzato, sarebbero comunque ampiamente compensati dai periodi in cui l’impianto rimane spento.
L’impianto di riscaldamento centralizzato utilizza una caldaia di grande potenza, generalmente alimentata a gas metano, gasolio o anche con energia solare – come le pompe di calore ibride collegate a un impianto fotovoltaico. La caldaia centralizzata è posizionata in un locale comune del condominio e, da qui, l’acqua calda viene distribuita a tutte le abitazioni attraverso una rete di tubature collegata con i termosifoni.
Vediamo le sue caratteristiche.
- Periodo di utilizzo del riscaldamento: gli orari di accensione e spegnimento sono decisi dall'assemblea condominiale, ma devono rispettare i limiti di legge. Infatti, un decreto del 2013 ha diviso l'Italia in 6 zone climatiche, stabilendo per ognuna quando si può accendere il riscaldamento e per quante ore al giorno. I Comuni possono però modificare queste regole se le condizioni meteorologiche lo richiedono: ad esempio, allungando il periodo di accensione in caso di primavera fredda.
- Regolazione della temperatura: anche la temperatura è soggetta ai limiti della legge. Negli uffici e nelle abitazioni deve essere di 20°C, con una tolleranza di 2 gradi; negli ambienti destinati ad attività industriali, artigianali e simili di 18°C. Negli ultimi anni la normativa ha imposto l’installazione di valvole termostatiche e sistemi di contabilizzazione del calore su ogni termosifone, permettendo una certa personalizzazione dei consumi anche in presenza di impianti centralizzati.
Per una valutazione completa dei costi di un impianto centralizzato, è utile analizzare le singole voci di spesa.
- Acquisto e installazione o ammodernamento: le spese per questi interventi vengono ripartite sulla base dei millesimi di proprietà.
- Consumi: si dividono in una quota fissa e in una quota variabile. La quota fissa deve essere almeno del 50% delle spese condominiali per il riscaldamento. La quota variabile si divide tra i condòmini, sulla base dei consumi riportati dai dispositivi di contabilizzazione. Le quote vengono decise in assemblea condominiale. In genere, la maggior parte dei condomìni adotta una suddivisione in 20-30% (fissa) e 70-80% (variabile).
- Manutenzione: i costi vengono ripartiti interamente tra tutti i condòmini, sempre sulla base delle tabelle millesimali.
Volendo sintetizzare, si può dire che i costi di gestione vengono divisi, mentre quelli per i consumi sono in gran parte a carico dei condòmini.
Il riscaldamento autonomo prevede una caldaia singola per ogni unità abitativa. Questo sistema offre una libertà di gestione maggiore rispetto a quella degli impianti centralizzati, anche se sempre entro i limiti delle normative.
Periodo di utilizzo del riscaldamento: il proprietario decide in autonomia quando accendere o spegnere il riscaldamento, adattando il periodo alle proprie esigenze. Tuttavia, è molto importante sottolineare che i limiti di legge (comprese le modifiche dei Comuni), con la suddivisione nelle 6 zone climatiche (Nord, Centro Nord, Centro Sud, Sud, Calabria, Sicilia, Sardegna), valgono anche per chi utilizza impianti autonomi. Molto semplicemente, se l’accensione in una determinata zona è prevista per il 15 novembre, possedere un impianto autonomo non autorizza a utilizzarlo prima.
Regolazione della temperatura: per le temperature vale lo stesso discorso fatto per i periodi di accensione. Esiste comunque un quadro normativo obbligatorio e i 20°C, interni alle abitazioni, valgono per tutti, anche per chi ha il riscaldamento autonomo.
Nel riscaldamento autonomo, tutti i costi sono interamente a carico del singolo proprietario. Dall'acquisto e installazione della caldaia alla manutenzione ordinaria e straordinaria, dai consumi alle eventuali riparazioni: ogni spesa ricade esclusivamente su chi possiede l’impianto.
Il controllo totale sui costi energetici comporta, quindi, la piena responsabilità economica dell'impianto. Non ci sono ripartizioni condominiali o spese comuni da dividere: ogni spesa è solo tua. D’altra parte, è solo tuo ogni risparmio che riesci a ottenere con un uso attento dell'energia.
Se per una casa indipendente la scelta di un impianto autonomo è praticamente l’unica, per chi già vive o si appresta a vivere in condominio, è possibile scegliere: rimanere collegati all’impianto centralizzato o cercare una maggiore autonomia. Quali sono i fattori da valutare? Per la scelta migliore rispetto alle proprie esigenze, conviene sintetizzare tutti i vantaggi e gli svantaggi delle due soluzioni.
Riscaldamento Centralizzato
Vantaggi
- Risparmio: i costi di gestione e manutenzione dell’impianto, oltre a una quota fissa dei consumi, sono suddivisi tra tutti i condomini.
- Maggiore efficienza: gli impianti centralizzati risultano, in genere, più efficienti nei condomìni di grandi dimensioni e con un buon isolamento termico, soprattutto nelle zone con inverni rigidi.
- Impatto ambientale ridotto: i moderni sistemi centralizzati garantiscono una maggiore sostenibilità ambientale rispetto alla somma di tanti piccoli impianti autonomi.
- Gestione semplificata: tutta la manutenzione viene gestita dall'amministratore, il singolo condomino non deve preoccuparsi di nulla, se non di segnalare eventualmente anomalie o malfunzionamenti.
- Risparmio di spazio: il vano condominiale destinato all’unica caldaia permette di liberare spazio negli appartamenti.
Svantaggi
- Libertà ridotta: gli orari di accensione e la temperatura vengono stabiliti sempre dall’assemblea condominiale, entro i limiti previsti dalla normativa.
- Spese fisse: la quota fissa viene pagata in ogni caso, anche se si decide di tenere spenti tutti i termosifoni di casa per l’intero periodo invernale. La quota fissa in genere oscilla tra il 20% e il 30%, a seconda delle decisioni delle singole assemblee condominiali. Anche le spese di gestione e manutenzione si pagano, a prescindere dall’utilizzo dei termosifoni.
- Possibili inefficienze: in edifici che presentano una scarsa coibentazione o dispersioni termiche gli impianti centralizzati possono risultare meno convenienti e performanti.
Riscaldamento Autonomo
Vantaggi
- Maggiore libertà: il proprietario ha un controllo completo su accensione, spegnimento e temperatura, secondo le proprie esigenze. Non sono necessarie autorizzazioni o assemblee per modificare, ad esempio, l’orario di accensione. Il proprietario può decidere le modalità di utilizzo giorno per giorno, sempre, però, entro i limiti di legge.
- Controllo totale sui consumi: si paga solo quello che si consuma, non esistono spese fisse sui consumi.
- Scelta tecnologica: il singolo proprietario ha la possibilità di scegliere la tecnologia più adatta (caldaia a condensazione, pompa di calore ibrida, ecc).
È la soluzione ideale per certe zone: infatti, è più conveniente nelle aree in cui gli inverni sono miti.
Svantaggi
- Costi individuali: l’investimento iniziale è più alto e piena responsabilità per manutenzione e riparazioni fa ricadere sul singolo proprietario tutti i costi.
- Consumi potenzialmente elevati: in abitazioni grandi e con bassa efficienza energetica i costi possono essere significativi.
- Impatto ambientale: più caldaie autonome possono generare maggiori emissioni rispetto a un impianto centralizzato di ultima generazione.
È d’obbligo una considerazione finale. Entrambi i sistemi sono influenzati da un fattore molto importante: l’isolamento termico dell’edificio. Investire in cappotto termico o infissi moderni migliora l'efficienza di qualsiasi soluzione, sia autonoma che centralizzata. La scelta ideale, in definitiva, dipende dalle dimensioni e dalle condizioni di isolamento dell'edificio, dal clima locale, dalle abitudini di utilizzo e anche dalla possibilità di accedere alle agevolazioni fiscali disponibili: Ecobonus, Bonus Casa, Conto Termico.
Quanto si risparmia con il riscaldamento centralizzato?
Il riscaldamento centralizzato può generare risparmi fino al 30% rispetto agli impianti autonomi, soprattutto in edifici ben isolati e con molte unità abitative. Questo vantaggio economico deriva dalla condivisione dei costi di installazione, manutenzione e acquisto del combustibile tra tutti i condòmini. La presenza di sistemi di contabilizzazione del calore consente, inoltre, di pagare esclusivamente per il consumo effettivo, ottimizzando ulteriormente la convenienza economica dell'impianto condiviso.
Quali sono gli svantaggi del riscaldamento centralizzato?
Gli svantaggi principali sono la minore flessibilità nella gestione degli orari di accensione e spegnimento, la necessità di un accordo tra i condòmini per ogni decisione importante e la possibilità di ritardi negli interventi in caso di guasti all’impianto centrale.
Qual è il sistema di riscaldamento più conveniente?
Non esiste una risposta univoca: la convenienza dipende da fattori come dimensione dell’edificio, isolamento termico, abitudini di consumo e clima locale. In generale, il centralizzato è più conveniente nei grandi condomini ben coibentati, mentre l’autonomo è ideale per chi vive in zone dal clima temperato (che non richiedono un uso intensivo dell’impianto).
Che tipo di riscaldamento conviene oggi?
Oggi conviene scegliere sistemi di riscaldamento efficienti, il più possibile moderni e alimentati da fonti rinnovabili. L’investimento iniziale può essere ammortizzato grazie ai risparmi immediati in bolletta e alle detrazioni fiscali.
Quale sarà il riscaldamento del futuro?
Il futuro del riscaldamento sarà all’insegna di soluzioni sostenibili, come pompe di calore ibride, teleriscaldamento (con trasporto di acqua calda sia per riscaldare che per uso sanitario), sistemi integrati con il fotovoltaico. L’obiettivo è ridurre le emissioni di CO2 e aumentare l’efficienza energetica, nel rispetto delle normative europee e degli obiettivi climatici.
La scelta del sistema di riscaldamento più adatto alla propria abitazione rappresenta un investimento importante che influenzerà il tuo comfort domestico e i tuoi costi energetici per molti anni. Oltre ad avere un impatto sulla sostenibilità ambientale e il futuro di tutti.
Per questo motivo, è fondamentale affidarsi alla competenza e all'esperienza di chi sa valutare attentamente le caratteristiche specifiche dell'immobile, le esigenze della famiglia e le condizioni climatiche della zona. Noi di E.ON possiamo guidarti nella scelta tra le diverse tecnologie disponibili, dalle caldaie a condensazione alle pompe di calore ibride, garantendo una soluzione personalizzata con il miglior equilibrio tra efficienza energetica, risparmio, impatto ambientale.
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