Negli ultimi anni si parla sempre più spesso di ecoansia, uno stato di preoccupazione legato all’ambiente in grado di influenzare negativamente le persone, soprattutto chi appartiene alle nuove generazioni. Vi siete mai sentiti tristi o preoccupati, perché l’ansia per la crisi climatica gettava un’ombra sul futuro del Pianeta? Probabilmente sì. Ma sappiamo da dove nasce l’ecoansia e come sconfiggerla?
L’ecoansia nasce dallo stress per un futuro ambientale incerto, ma è uno stato d’animo che possiamo superare! Il sentimento di impotenza che la caratterizza può diventare il punto di partenza per un percorso di impegno ambientale, e per una spinta a un cambiamento utile e vantaggioso. La buona notizia, infatti, è che possiamo reagire alla paura dei cambiamenti climatici e del futuro grazie alla conoscenza e alle azioni. Perché nel mondo accadono anche tante cose positive, che possono ispirarci e tramutare la preoccupazione in ottimismo e impegno concreto!
Cosa vuol dire ecoansia?
Con questa parola si definisce uno stato emotivo di disagio e stress per i possibili disastri ambientali, conseguenza dei cambiamenti climatici in atto e di quelli futuri. Quali sono le conseguenze dell’ecoansia? Principalmente due, tra loro collegate. La prima è lo scoraggiamento che porta a non impegnarsi per combattere i cambiamenti climatici, perché tutto viene percepito più grande di noi. La seconda è il senso di colpa per il non impegno.
Ma non tutto è già scritto! Possiamo spezzare questo circolo vizioso con un meccanismo simile e contrario, del tutto virtuoso: sostituiamo la sfiducia con l’informazione e il senso di colpa con l’impegno concreto! Informarsi a 360 gradi significa essere consapevoli anche di quanto accade di buono nel mondo, rispetto all’ambiente e alla biodiversità.
Infatti, ci sono tante notizie positive che possono rinforzare la fiducia nel futuro e innescare una reazione per un cambiamento, trasformando l’ottimismo in azione. Il segreto è fare un piccolo passo alla volta, per costruire il nostro futuro un pezzo dopo l’altro.
Le buone notizie che riducono l’ansia ambientale e ispirano per il 2024
Sempre più plastic free
L’Unione Europea da due anni circa ha imposto una sensibile riduzione della plastica monouso tradizionale (non riciclabile o compostabile) per molti oggetti. Lo scorso anno anche la Gran Bretagna si è aggiunta agli oltre 100 paesi che in tutto il mondo vietano, del tutto o parzialmente, la vendita di confezioni o sacchetti di plastica monouso. Dal 1° gennaio 2024, poi, non troverete più scatole o posate di plastica monouso nei fast food francesi. Per tutti nel mondo, l’obiettivo è abbattere la produzione di 140 milioni di tonnellate all’anno di plastica monouso, con un rilascio di circa 450 milioni di tonnellate di CO2 nell’atmosfera. In pratica, l’impatto della plastica monouso è pari a quello di uno dei più importanti stati del mondo, il Regno Unito! Da sottolineare che anche l’Italia continua nel suo percorso virtuoso verso un futuro sempre più plastic free: 4,5% di plastiche nuove utilizzate, e 4% in più di plastica riciclata!
Dall’Europa una spinta all’Italia delle Comunità Energetiche
La Commissione europea ha dato il via libera al decreto del Ministero e della sicurezza energetica sulle Comunità Energetiche Rinnovabili, CER. Il via libera dell’Europa significa aiuti per 5,7 miliardi di euro, divisi in 3,5 miliardi di tariffe incentivate e 2,2 miliardi di aiuti a fondo perduto per i comuni fino a 5.000 abitanti e fino al 40% dei costi ammissibili per ogni nuovo impianto, o per il potenziamento di uno già esistente.
Una città italiana tra le più sostenibili in Europa
Treviso è stata riconosciuta come Città verde europea agli European Green Leaf Award, un titolo promosso dalla Commissione europea per i comuni sotto i 100.000 abitanti. Della città veneta sono stati apprezzati gli sforzi per la transizione verso un futuro green (come, ad esempio, l’obiettivo di raddoppiare il numero degli alberi) e per coinvolgere i cittadini attraverso una comunicazione innovativa e intergenerazionale.
Meno carne, più consapevolezza alimentare
Il consumo di carne è diminuito in Italia e in Europa. Il 57% degli italiani ha dichiarato di aver ridotto i consumi per motivi ambientali. In Europa, invece, la percentuale di chi dichiara di aver ridotto il consumo di carne è del 51%. In ogni caso, in attesa dei dati, la produzione di carne in Europa è prevista in diminuzione per il 2023. In Italia i vegetariani sono due milioni e mezzo, mentre i vegani un milione e mezzo. Nel mondo la tendenza è in crescita e alla base ci sono motivi ambientali, sanitari ed etici.
Stop agli sprechi alimentari
Butteresti del cibo che rischia di scadere, se sapessi che qualcuno mette a disposizione frigoriferi e dispense comuni? È quanto accade a Ginevra, dove un’organizzazione non profit, solo nel 2022, è riuscita a recuperare oltre tre tonnellate di cibo grazie a un frigorifero posto al di fuori della propria sede. Si attendono i dati del 2023, nel frattempo chissà che nel nostro Paese non venga in mente a qualcuno di fare altrettanto; magari sfruttando gli spazi condominiali!
Rinnovabili e abbondanti
Lo scorso autunno, per circa una settimana il Portogallo ha prodotto più energia di quanta ne avesse bisogno. Cosa c’è di particolare? Che tutta l’energia è stata prodotta da fonti rinnovabili. Sole e vento soprattutto, che abbondano nel paese. Pensiamoci bene, un’intera nazione alimentata dalle rinnovabili: solo fino a qualche anno fa la notizia sarebbe sembrata fantascientifica!
Tutto quello che possiamo fare per sconfiggere l’ecoansia
Le notizie positive possono avere un grande impatto su di noi. Ci evitano di essere sopraffatti dalla negatività, ci permettono di mantenere una valutazione equilibrata della realtà e possono ispirarci, trasformando l’ecoansia in azioni positive. Da dove partiamo allora? Ecco alcuni suggerimenti!
Impegnarci personalmente
È importante concentrarsi su azioni concrete, anche piccole, da intraprendere a livello individuale: ridurre il consumo di plastica, risparmiare energia, fare scelte alimentari sostenibili, ridurre gli sprechi o riciclare correttamente. Comportamenti più sostenibili possono abbassare di molto lo stress, poiché sono quelli che ci mostrano direttamente i progressi pratici e sostanziali delle nostre azioni.
Trovare un coinvolgimento nella comunità
Diventa fondamentale anche la partecipazione nelle comunità locali, unendosi a gruppi o organizzazioni che hanno a cuore il benessere dell’ambiente nella propria zona. Una rete attiva fornisce supporto ma anche ispirazione, grazie alla passione delle persone coinvolte. Anche noi possiamo allargare la rete, condividendo consigli e informazioni con amici o colleghi.
Sviluppare delle competenze
Prediligere l’uso di cibi biologici, coltivare un orto, specializzarsi nella riparazione o nel riciclo degli oggetti, sono competenze che ci permettono di migliorare la sostenibilità del nostro stile di vita e la nostra capacità di modificare la realtà che ci circonda.
Difendere l’equilibrio emotivo
Lo stress, infine, può essere gestito in tanti modi e con diversi strumenti, dal volontariato alla meditazione. È possibile anche trovare un supporto psicologico extra nella professionalità di specialisti mirati.
In definitiva per combattere l’ecoansia possiamo imparare ad apprezzare le notizie buone, lasciandoci influenzare e agendo di conseguenza. Senza mai dimenticare l’importanza di una rete di persone con gli stessi obiettivi ambientali, in grado di supportarci e ispirarci.
Proviamo allora a cambiare l’ecoansia in una grande spinta positiva, anche per non rinunciare all’energia delle nuove generazioni, fondamentale per costruire un futuro più sostenibile. Unisciti a noi nel movimento Make Italy Green!
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