Creme solari sostenibili e biodegradabili: perché sono migliori per l’ambiente e la salute
È importante che nella nostra quotidianità scegliamo di compiere azioni sostenibili e green, per esempio evitare gli sprechi, scegliere materiali ecosostenibili per fare le pulizie o smettere di usare la plastica monouso. Ogni cosa che facciamo, anche la più piccola, contribuisce a fare la differenza per l’ambiente.
Nel periodo estivo tra queste piccole azioni con un grande impatto c’è la scelta di usare solo creme solari non inquinanti, che proteggano sì la nostra pelle dai raggi UV ma che allo stesso tempo non danneggino in modo grave l’ecosistema marino.
Creme solari e inquinamento: quale relazione?
La maggior parte delle creme solari vendute in commercio sono preparate con agenti chimici particolarmente impattanti e inquinanti per gli ecosistemi marini (come i derivati del petrolio e del silicio, i siliconi ecc.), in quanto turbano gli equilibri del mare oltre che le spiagge. Ma in che modo queste sostanze vengono diffuse nell’ambiente?
L’inquinamento che proviene dalle creme solari passa proprio attraverso la nostra pelle, non deriva cioè dal fatto che le buttiamo. Nel momento in cui ci spaliamo le creme, queste sono assorbite dal nostro corpo e una volta a contatto con l’acqua di mare le sostanze chimiche si disciolgono, contaminandone gli equilibri.
A prescindere dal tipo di composizione, una parte delle creme solari verrà sempre lavata via, sia mentre nuotiamo sia attraverso le tubature di docce e lavandini. Le creme spray inoltre sono una grande fonte di inquinamento balneare perché fanno finire grandi quantità di prodotto sulla sabbia e da qui finiscono nelle acque degli oceani.
Tra le più gravi conseguenze ambientali dell’inquinamento causato dalle creme solari c’è lo sbiancamento dei coralli, responsabile della scomparsa delle barriere coralline. Alcune delle sostanze usate, infatti, fanno aumentare questo fenomeno, tanto che nelle isole Palau in Micronesia hanno deciso di vietare l’uso delle creme solari inquinanti al fine di tutelare l’ambiente marino.
Creme solari inquinanti: quantità e pericolosità
Secondo uno studio condotto dai ricercati dell’Università di Cantabria e pubblicato su Environmental Science & Technology le creme solari, soprattutto in seguito all’esposizione di raggi UV, rilascerebbero sostanze inquinanti come metalli, nutrienti inorganici.
L’esperimento analizzava quali sostanze rilasciano le creme solari in acqua marina, in modo da simulare gli effetti di una schiera di bagnanti. Le sostanze trovate sono state alluminio, silice e fosforo, e soprattutto in seguito all’esposizione solare la loro quantità aumentava.
Considerando questo, immaginiamo le quantità disciolte in acqua durante la stagione turistica, in cui moltissime persone che, prima di fare il bagno, usano le creme solari, anche più volte al giorno. Secondo alcune stime ogni anno negli oceani vengono disciolte circa 14.000 tonnellate di crema solare e sono più di 82.000 le sostanze contenute in prodotti per la cura personale che finiscono in mare.
Tutte queste sostanze contenute nelle creme solari sono poi anche pericolose per la salute umana. Ad esempio l’ossibenzone, molto comune nelle creme solari, non è solo irritante per la pelle, ma può addirittura influenzare i livelli ormonali una volta assorbita. Inoltre questa sostanza, come l’octocrylene e homosalate, può filtrare nell’organismo e rimanere nel flusso sanguigno. cambiamento positivo e costruire un mondo migliore.
Creme solari ecosostenibili: la soluzione
La migliore scelta per l’ambiente e la salute sono sicuramente le creme solari sostenibili. Stiamo cioè parlando di preparati che non sono composti da prodotti chimici, ma da materie prime naturali con un ridotto impatto ambientale e non dannose per la nostra pelle, quindi a base di ossido di zinco oppure ossido di titanio.
Ciò che permette di riconoscere una crema solare biologica sono gli ingredienti: bisogna infatti evitare di acquistare creme la cui lista di ingredienti è basata su sostanze chimiche, bensì bisogna ricorrere a ingredienti naturali, vegetali e meglio se da agricoltura biologica e sostenibile.
Alcuni esempi sono gli oli vegetali (lino, argan, jojoba ma anche mandorle e cocco) che, oltre a proteggere dal sole, hanno anche un’azione benefica sulla pelle. Troviamo poi il burro di karitè, la calendula, la camomilla o l’aloe vera. Tutti questi ingredienti sono spesso alla base di una crema solare biologica.
Il modo migliore per riconoscere quali siano le creme solari non inquinanti è l’INCI (International Nomenclature of Cosmetics Ingredients), cioè la nomenclatura internazionale usata Paesi europei (oltre che negli USA, Canada e Russia) al fine di segnalare sulle confezioni di cosmetici gli ingredienti che vi si trovano all’interno.
Creme solari sostenibili: i benefici per la salute
La scelta di una crema solare biologica non influenza solo il nostro impatto sull’ambiente, ma anche la nostra salute: le creme solari tradizionali, una volta applicate, creano un filtro “chimico” rispetto al sole: le creme cioè impediscono a parte della luce solare di arrivare alla pelle proteggendola. Sebbene schermino dai raggi solari, non impediscono il rilascio di radicali liberi, che sono invece responsabili della degenerazione cellulare e sono responsabili dell’invecchiamento.
Nel caso delle creme solari sostenibili, invece, ciò che abbiamo è un effetto di “filtro solare fisico”, e quindi le sostanze delle creme determinano un’azione riflettente, che proteggono la pelle respingendo le radiazioni solari pericolose. Una crema solare biologica, inoltre, non solo spesso evita sostanze come conservanti, coloranti o profumi, ma associa anche oli vegetali nutrienti e che hanno un’azione positiva sul nostro organismo.
Riconoscendo quindi quali sono le creme solari ecosostenibili potremmo evitare di usare prodotti che inquinano gli ambienti marini e salvaguardare l’ambiente.
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