Una delle opportunità più affascinanti per il futuro dell’energia è integrare sempre più il fotovoltaico nel sistema dell’economia circolare. Entrambi, infatti, hanno diversi obiettivi in comune, il più importante dei quali è contribuire alla transizione energetica attraverso la migliore gestione possibile delle risorse e delle materie prime. Il fotovoltaico punta all’obiettivo grazie al minor utilizzo di fonti fossili e all’incremento dell’efficienza energetica; l’economia circolare grazie all’estensione del ciclo di vita dei prodotti e al riutilizzo, riciclo e recupero dei materiali.
Sappiamo che la vita di un pannello fotovoltaico è di circa 25-30 anni. Sappiamo anche che quando i primi pannelli sono stati immessi sul mercato, le esigenze di riutilizzo e riciclo non erano ancora pienamente mature. In altre parole, non pensavamo molto al “dopo”. Ora però le cose stanno cambiando. Sono cresciuti la sensibilità ambientale e il bisogno di recuperare i materiali presenti nei pannelli fotovoltaici, sia per finalità immediate di riutilizzo che di riciclo, grazie alla separazione delle componenti e alla loro successiva lavorazione per produrre nuovi pannelli.
Una maggiore consapevolezza ambientale ci mette quindi di fronte a due necessità fondamentali:
- smaltire nel migliore dei modi i vecchi impianti, quelli installati circa 20-30 anni fa;
- installare nuovi prodotti già inseriti in filiere affidabili e legate al riciclo.
Più installazioni, più responsabilità, più occasioni
Soltanto nel 2022 la crescita del fotovoltaico in Italia è stata del 126% rispetto al 2021 (Fonte: GSE). Numeri destinati ad aumentare poiché, tra ulteriori impennate e fisiologici rallentamenti, il trend è ormai chiaro. Con l’incremento delle installazioni aumenteranno anche la manutenzione e le future sostituzioni. Se allarghiamo lo sguardo al mercato mondiale, si stima che per il 2050 i pannelli fotovoltaici che dovranno essere cambiati saranno circa quattro miliardi. Cifre impressionanti, anche rapportate al volume di rifiuti previsti: 78 milioni di tonnellate.
Più sarà efficace la filiera del riciclo, più beneficeremo di diversi vantaggi.
Ambientali: investire in tecnologie per il recupero dei materiali degli impianti, come silicio, vetro, alluminio, significa ridurre l’estrazione e la produzione di nuove risorse, con relativo abbattimento delle emissioni di CO2. Inoltre, una corretta gestione di materiali potenzialmente pericolosi, come piombo, cadmio, selenio, diminuisce la dispersione di sostanze tossiche nell’ambiente.
Economici: il valore di mercato dei materiali che potrebbero essere recuperati entro il 2050 si aggira sui 15 miliardi di dollari (Fonte: IRENA, IEA-PVPS). Va poi considerato che gli impianti contengono anche metalli preziosi, come argento e rame, che oltre ad avere valore in sé permettono di ridurre i costi di nuove estrazioni. Infine, tra i vantaggi economici rientra anche un approvvigionamento più stabile: ad oggi siamo dipendenti soprattutto dalla Cina, che controlla il mercato delle materie prime necessarie per la produzione dei pannelli fotovoltaici. L’economia circolare potrebbe allora contribuire a garantire una maggiore indipendenza energetica ed economica a paesi, come l’Italia, poveri delle materie prime che servono.
Tecnologici: un'economia circolare favorisce l'innovazione e la competitività delle imprese nel settore delle energie rinnovabili, sia dal punto di vista delle tecnologie che dei materiali. Il ciclo che si sviluppa è virtuoso: un riciclo efficiente può stimolare la ricerca, che a sua volta può migliorare il recupero dei materiali.
Dall’installazione allo smaltimento, per non avere pensieri
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