I NEET, acronimo per Not in Education, Employment, or Training sono persone non attive in istruzione, occupazione o formazione. Il termine si riferisce a giovani adulti che non sono impegnati in alcuna forma di istruzione formale, lavoro o formazione professionale.
Appartengono a una fascia d’età compresa tra i 15 e i 34 anni e in molti casi si tratta di persone che non hanno completato un percorso di studi oppure, pur avendo ottenuto una qualifica, non sono riuscite a trovare un lavoro o a mantenerlo e, di conseguenza, a inserirsi stabilmente nel mondo professionale. Il fenomeno dei NEET è emerso e si è diffuso in seguito alla crisi economica del 2008. Oggi rappresenta una sfida per le politiche sociali e occupazionali di tutti i paesi occidentali, sebbene in Italia sia più significativo che altrove.
Le cause del fenomeno
Le cause dietro il fenomeno dei NEET sono diverse e complesse come il fenomeno che intendono spiegare. Le condizioni socioeconomiche svantaggiate hanno un peso rilevante. Influisce molto anche il capitale culturale della famiglia. Il basso livello di istruzione e la professione poco specializzata dei genitori possono determinare scelte scolastiche sbagliate, con scarso profitto e conseguente scoraggiamento. Inoltre, la debolezza economica delle famiglie può precludere un percorso di studi qualificato, con diploma o laurea finali.
A queste si possono aggiungere anche cause legate direttamente alla sfera psicologica. Sfiducia, passività e demotivazione possono portare a non cercare più lavoro. L’isolamento professionale può diventare isolamento sociale con ulteriore perdita di competenze relazionali, come la capacità di comunicare, di prendere decisioni o di lavorare in team. Rimanere “fuori” alimenta l’isolamento in un circolo vizioso.
I NEET in Italia
In Italia i NEET sono più di 3 milioni. Purtroppo, il nostro paese nel 2020 ha fatto registrare il poco lusinghiero primato del più alto tasso di NEET in tutta Europa: il 25,1%, in pratica un giovane su quattro. Il dato è ancor più preoccupante per la diseguaglianza di genere: le donne sono quasi il 60%, 1,7 milioni.
Impressiona il divario tra giovani madri e padri NEET: le prime sono il 23%, i secondi il 3%. Significativo che 2 su 3 vivano al Centro Sud; in particolare il 39% al Sud. Tuttavia anche le zone più virtuose, come il Nord Est, con solo il 18% di NEET, fanno registrare una percentuale ben superiore alla media europea del 15%.
L’inclusione è sostenibilità
L’inclusione dei NEET in un percorso formativo e professionale diventa fondamentale per la ricchezza di tutti e può tradursi in sostenibilità, in diverse forme.
Parliamo di sostenibilità economica, poiché occupazione e reddito contribuiscono alla stabilità economica e finanziaria di un sistema. E anche di sostenibilità sociale, perché il superamento dell’isolamento e della marginalità individuale rinforza la coesione delle famiglie di appartenenza e delle comunità. Va poi considerata la sostenibilità ambientale, dimensione ormai centrale per il mondo del lavoro: l’accesso all’istruzione e alle opportunità occupazionali riduce la disoccupazione, la povertà e le disuguaglianze, tutti fattori critici per l’educazione e la consapevolezza ambientale.
Si può agire concretamente in diversi modi per offrire ai NEET un percorso di inclusione efficace:
- con programmi di orientamento professionale e consulenza individuale, per comprendere bisogni e capacità dei singoli.
- con programmi di formazione e riqualificazione professionale, per aggiornare le competenze o fornirne di nuove.
- con programmi di supporto alla ricerca di lavoro (preparazione del curriculum, networking, selezione delle offerte più adeguate, addestramento ai colloqui).
- con programmi di tirocinio, apprendistato, stage, per offrire una prima base di esperienza.
- con programmi di sostegno finanziario, ad esempio con borse di studio.
- favorendo la collaborazione tra settore pubblico e privato, coinvolgendo nel caso anche associazioni che lavorano sul territorio e che conoscono nello specifico i bisogni di una comunità e le difficoltà dei soggetti più fragili.
Provare a fare la differenza nella vita dei giovani
La questione dei NEET è di grandissimo rilievo in Europa e in particolare in Italia.
E il mondo del lavoro e dei giovani è per noi fondamentale da sostenere, dando un contributo, seppur minimo, per aiutare i ragazzi più fragili.
Anche per questo supportare i giovani NEET e i neoassunti rientra tra i 10 obiettivi ESG che ci siamo prefissi per rendere concreto il nostro impegno per il Pianeta, a cominciare dal nostro paese. Rendere l’Italia più verde è infatti una missione che tiene in considerazione sia gli aspetti ambientali che quelli sociali della sostenibilità, perché siamo un sistema interconnesso con al centro i bisogni delle persone e degli ecosistemi.
Per aiutare i più giovani tra i NEET lungo il percorso dell’inclusione economica e sociale supportiamo enti e associazioni che hanno un primo contatto diretto con i ragazzi che provengono da contesti di fragilità, disagio sociale e dispersione scolastica. Il loro obiettivo è offrire formazione professionale, aiuto allo studio e inserimento lavorativo. È il caso della Cooperativa Sociale In-Presa, accreditata dalla Regione Lombardia per svolgere attività di istruzione e formazione professionale. La loro proposta didattico-educativa rivolta ai giovani è finalizzata a offrire una strada, attraverso il lavoro e lo studio, per scoprire che la vita ha un senso e che la realtà è una possibilità positiva.
Inoltre, ci impegniamo direttamente con la nostra E.ON Academy, il progetto formativo per le professioni green di domani, rivolto a tutti coloro che vogliono ampliare le proprie competenze ed essere pronti per un mercato del lavoro sempre più attento alla professionalità e alla specializzazione.
Entra nel grande movimento per rendere l’Italia più verde e scoprirai che anche grazie al tuo contributo possiamo costruire un futuro più sostenibile davvero per tutti!
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